La responsabilità delle multinazionali in Perù
Le multinazionali di materie prime come Glencore, che ha sede in Svizzera, stanno causando gravi danni in Perù. Questo riguarda anche noi. Infatti, la Svizzera è uno dei più importanti acquirenti di rame e altri metalli provenienti dal Perù. Nell'intervista che segue, il difensore dei diritti umani Oscar Mollohuanca spiega come la gente soffra a cause dell'attività mineraria e per quali ragioni le imprese dovrebbero finalmente assumersi la responsabilità delle loro azioni.
Nel luglio di quest'anno, la popolazione della regione peruviana di Espinar, dove Glencore gestisce la miniera la miniera di rame Antapaccay e prevede di aprirne un’altra, ha protestato ancora una volta contro la distruzione dei propri mezzi di sussistenza. Già nel 2018, Comundo aveva raccontato come i dipendenti di Glencore, insieme alla polizia, sfrattino le famiglie indigene dalla loro terra per espandere l'area mineraria (vedi articolo).
Chi si ribella è minacciato
Il conflitto continua tuttora: a metà luglio di quest'anno, la popolazione di Espinar ha iniziato uno sciopero a tempo indeterminato a causa del mancato rispetto da parte di Glencore dell'accordo quadro per la miniera di Antapaccay e del rifiuto della multinazionale di pagare alle comunità interessate il risarcimento concordato contrattualmente. La polizia ha represso le azioni di protesta con la forza. Oscar Mollohuanca, difensore dei diritti umani ed ex sindaco di Espinar, in un'intervista con la cooperante di Comundo Nicole Maron, racconta la situazione sul posto e il potere delle multinazionali.
Nicole Maron: Oscar Mollohuanca, qual è la situazione attuale a Espinar?
Oscar Mollohuanca: A causa dello sciopero a tempo indeterminato iniziato il 15 luglio scorso, la situazione ad Espinar è attualmente molto delicata - anche a causa del Covid-19. Infatti, decidendo di riunirci per protestare, ci siamo esposti a un aumento del rischio di infezione. L'attuale rivolta è già la sesta negli ultimi 35 anni. Continuiamo a subire gli effetti dell'attività mineraria, e oggi siamo di nuovo vittime di violazioni dei diritti umani da parte dello Stato. Il 22 luglio la polizia ha aggredito, picchiato e sparato a giovani cittadini di Espinar mentre stavano tornando da una manifestazione non violenta. Questa è una violazione dei nostri diritti fondamentali più elementari, ed è per questo che chiediamo che questi incidenti siano oggetto di indagini legali nei negoziati con il governo e con Glencore.
Chi si oppone alle potenti multinazionali e manifesta per i propri diritti rischia di essere attaccato: alcuni manifestanti portano un uomo ferito in salvo. © Vidal Merma
Qual è il motivo delle ripetute proteste?
Il rapporto con le compagnie minerarie è sempre stato segnato da problemi sociali e ambientali e dalla violenza. Gli abitanti di Espinar si battono contro questo, oggi come nel 2012, quando ero sindaco. Allora, ero già dalla parte della gente, e sono stato arrestato e messo in prigione per questo motivo. Il processo non è ancora concluso e non so se sarò rilasciato o condannato a 20 anni di carcere e a una multa di cinque milioni di Soles (1,3 milioni di franchi svizzeri), anche se naturalmente cercherò di difendermi con la verità. D'altra parte, gli agenti di polizia che hanno ucciso tre persone nel 2012 non hanno dovuto risponderne in alcun modo, in questo casi gli atti sono stati archiviati.
Le comunità indigene protestano a causa del mancato rispetto degli accordi da parte di Glencore. © Vidal Merma
Quindi lo Stato protegge le compagnie minerarie?
Naturalmente, lo Stato sostiene gli investimenti nel settore minerario per mantenere in vita l'economia. Così facendo, altri settori, come l'agricoltura, che ha una tradizione millenaria in questa regione, sono completamente esclusi. Il governo ha spazzato molto sotto il tappeto e si è fatto alleato delle multinazionali, anche se il suo mandato dovrebbe essere quello di proteggere il benessere e i diritti dei suoi cittadini.
L'iniziativa per multinazionali responsabili in Svizzera potrebbe contribuire a migliorare la situazione qui sul posto?
Se lo scopo di questa iniziativa è quello di prendersi cura un po’ seriamente dell’umanità, è molto importante per noi. Perché i giudici e i pubblici ministeri qui in Perù sono alleati delle compagnie minerarie. Nessun avvocato osa sporgere denuncia contro uno di loro, per timore di rappresaglie e di perdere futuri clienti. Se l'iniziativa per multinazionali responsabili può far sì che la nostra situazione venga portata davanti a tribunali che giudicano in modo indipendente e sulla base di prove, sarebbe un grande sollievo per noi, perché prove ce ne sono tante.
Cosa facciamo in Perù
In Perù Comundo si impegna a proteggere i diritti e i mezzi di sussistenza delle popolazioni indigene. Ad esempio, il geografo Mattes Tempelmann insieme all'organizzazione partner Red Muqui è impegnato nella promozione di una forma di estrazione mineraria socialmente ed ecologicamente riconosciuta - anche nella regione di Espinar. Al centro di tutto ciò vi sono il rispetto dei diritti fondamentali, la tutela dell'ambiente e lo sviluppo sostenibile.
I danni ambientali causati dall'attività mineraria vengono sistematicamente registrati e documentati. © Mattes Tempelmann
L'industria mineraria in Perù
Il Perù è uno dei maggiori esportatori mondiali di metalli come rame, oro, argento e zinco, e l'estrazione mineraria è uno dei settori economici più importanti del paese: rappresenta il 60 per cento delle esportazioni totali e il 20 per cento delle imposte sul reddito. Per quanto l'attività mineraria possa essere redditizia per lo Stato, ha un prezzo molto alto: l'impatto sull'ambiente e sulla popolazione locale è immenso. Essendo uno dei più importanti acquirenti di metalli provenienti dal Perù, la Svizzera, insieme a Cina, Giappone e Stati Uniti, condivide la responsabilità per i gravi danni ambientali e le violazioni dei diritti umani.
Acqua inquinata a Espinar. C'è una grossa carenza d'acqua a causa dell'estrazione mineraria. © Red Muqui
Uno dei maggiori produttori di metallo al mondo è Glencore, con oltre 150 siti in più di 50 paesi e con sede centrale a Baar (Canton Zugo). La società controlla la metà del mercato globale del rame. Tre delle sue miniere si trovano nella provincia di Espinar, nel dipartimento peruviano meridionale di Cusco, in prossimità di 13 comunità indigene che da 35 anni soffrono gli effetti dell'estrazione mineraria - oltre il 40 per cento del territorio di Espinar è ora in concessione.
Oscar Mollohuanca
Il difensore dei diritti umani Oscar Mollohuanca è stato sindaco di Espinar fino al 2012. Potrebbe andare in prigione per 20 anni per aver protestato contro la compagnia mineraria Glencore.
Nicole Maron
Nicole Maron è giornalista e cooperante di Comundo presso l'Instituto de Estudios de las Culturas Andinas (IDECA) di Puno, in Perù. Con il suo lavoro nel campo della comunicazione, sostiene un lavoro di educazione e sensibilizzazione per dar voce alle preoccupazioni della popolazione indigena e sostenerla nell'esercizio dei suoi diritti.
Sì all'iniziativa per multinazionali responsabili
La responsabilità inizia da noi in Svizzera - per questo abbiamo bisogno del vostro aiuto, con un SÌ il 29 novembre 2020.