Pronte, partenza, via: destinazione Svizzera!
Marilena Bubba si sta preparando per il rientro in Svizzera dopo tre anni di interscambio a Cochabamba, Bolivia. Salutare colleghe e colleghi, fare le valigie e lasciare la città che l’ha accolta nel 2019 forse è meno difficile se a occuparle la mente ci sono le sue due cagnoline. Cronaca di un rientro annunciato (e di un amore a prima vista).
Oggi è una giornata grigia, il cielo promette pioggia e l’umore tentenna tra l’ozio e la malinconia. È una di quelle giornate adatte per lasciarsi andare ai ricordi e fare un riassunto di quanto vissuto in questi ultimi tre anni. Vorrei poter dire di star filosofeggiando con un buon bicchiere di vino mentre guardo la città dal terrazzo, purtroppo fa freddo e sono le 10 del mattino quindi sappiate che il vino è sostituito da un caffè bollente e la città la guardo comoda, comoda dal divano con tanto di plaid. Non perdiamoci in chiacchere, ritorniamo alla vena malinconica dei miei ricordi. Tre anni, sono passati ormai tre anni dal mio arrivo in Bolivia, mi fa strano pensare che tra un paio di giorni finisce il mio contratto di interscambio, che sarò senza lavoro e che si aprirà un nuovo capitolo della mia vita.
Tre anni che sembrano dieci
In questi tre anni in Bolivia è successo l’impensabile, e soprattutto ho davvero vissuto di tutto: gioie, dolori, incazzature epocali e momenti di meraviglia, preoccupazione, sofferenza, ma anche amore e solidarietà. In questa esperienza ho potuto vivere la Bolivia con le sue mille sfaccettature: lo shock culturale all’arrivo, la meraviglia di paesaggi ed esperienze uniche, ballare in e con la comunità, la cultura espressa in molteplici forme d’arte, la chicha, il singani e gli anticuchos, adottare due piccole selvagge e farle diventare due meraviglie, i bloqueos, la sofferenza e la violenza quotidiana, la pandemia e la salute sempre più precaria, …
Sono stati tre anni così pieni di emozioni e situazioni che mi sembra di averne vissuti 10. Quando ripenso al primo anno in Bolivia mi sembra così lontano; quante cose sono passate nel frattempo, esperienze che ti condizionano la vita e ti cambiano, volente o nolente.
Partire con la “data di scadenza”
Ho iniziato questa avventura sapendo già di avere una data di scadenza (che nel mio caso ho ritardato di due anni) e inconsciamente o meno sapere di avere un termine preciso influenza le tue decisioni o modalità di vivere l’esperienza. È un po’ come viaggiare con il freno a mano tirato, perché poi sai che torni con due valige e se sei fortunata quanto lo sono stata io, anche con qualche trasportino per animali! Il passo dall’essere sola, senza responsabilità e viaggiare solo con il sacco in spalle al cercare di capire come potersi spostare con due cani è in realtà più semplice di quello che si pensi.
Quindi ora non solo devo preoccuparmi di come vendere la mia roba, ma anche preparare le Tschy-Kiss al viaggio in aereo, me stessa al viaggio in aereo con loro e soprattutto come arrivare dall’aeroporto di Milano a casa visto che ho 4 valigie, due gabbie per cani enormi e due cani. Semmai tra di voi ci fosse qualcuno con un camion o un minivan si faccia avanti, arriviamo venerdì 22 aprile alle 19:20 a Malpensa, Terminal 1, verrette ricompensati con del buon Singani! Adesso che sono in fase di bagagli, quando ripenso alla me di tre anni fa, un po’ mi viene da ridere: soprattutto quando mi giro a guardare le Tschy-Kiss che dormono beate a pancia all’aria, mi lampeggia nella testa a caratteri cubitali la frase di mia madre alla partenza “Mo’ che vai in Bolivia non è che parti da sola e torni poi in due?”. Madre, come vedi avevi torto, a tornare siamo in tre!
Chi avrebbe mai detto che mi sarei ritrovata ad adottare due cani con un nome assurdo, due orecchie più grandi della loro faccia e l’attitudine da stalker? Ci tengo a chiarire un punto: il nome non l’ho scelto io! Quando le hanno trovate in un sacco della spazzatura dentro un cassonetto dei rifiuti, erano due piccole palle di pelo, tutte orecchie e decisamente orrende. Secondo il veterinario che le visitò erano una specie di chihuahua e non sarebbero cresciute molto, rimanendo taglia piccola. Sorvoliamo sul fatto che delle sembianze da chihuahua non hanno manco le unghie… La ragazza che le teneva al momento ha deciso di dar loro un nome combinato, perché erano inseparabili e data la loro dimensione, ha deciso di chiamarle “Tschy-kiss” come Chiquis, ragazze, ma anche chiquitas, piccole, in spagnolo. Essendo però svizzera-boliviana, ha deciso di scrivere “Tschy” come il suo cognome tedesco e “Kiss” come bacio in inglese, visto che in ogni caso la pronuncia era la stessa che quella spagnola. Insomma, un nome di m***a, però un ragionamento originale!
Amore a prima vista
Non ho mai creduto nell’amore a prima vista, però con le Tschy-Kiss è stato esattamente così: un incrocio di sguardi e hanno fatto la loro magia, non importa se fossero due piccole selvagge, con un corpicino da chihuahua e la fame di uno scaricatore di porto, hanno deciso che dovevo adottarle io e hanno fatto di tutto per farsi amare.
Siamo pronte a iniziare una nuova avventura, quindi cari amici e care amiche tenetevi forte perché il Bubba’s Team sta per ritornare in città!
Ci vediamo presto, Marilena
PS: Davvero, se qualcuno avesse un minivan e non ha niente da fare venerdì sera 22 aprile passi pure per il terminal 1 di Malpensa, gli movimentiamo noi la serata!
Di Marilena Bubba | 21 febbraio 2022 | Bolivia
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