Fuoriuscite di petrolio: proteste internazionali
Venerdì 4 febbraio 2022, movimenti di 19 paesi hanno organizzato un’azione internazionale senza precedenti per richiamare l’attenzione sulle relazioni tra neocolonialismo industriale, potere delle aziende e distruzione ambientale. Michèle Stebler e la sua organizzazione partner peruviana MOCICC (Movimiento Ciudadano frente al Cambio Climático) erano presenti. Il movimento di protesta è stato scatenato dalle diverse fuoriuscite di petrolio avvenute nelle ultime settimane.
"Esigiamo sanzioni per le imprese che hanno inquinato territori e danneggiato popolazioni intere, così come il pagamento dei risarcimenti da parte delle imprese a coloro che sono già stati colpiti", dichiara senza mezzi termini Osver Polo Carrasco.
Osver è membro del Movimiento Ciudadano frente al Cambio Climático (MOCICC), una delle organizzazioni partner di Comundo in Perù. MOCICC ha portato avanti questa azione assieme ad altre 40 organizzazioni di 19 paesi.
Le azioni di protesta coordinate a livello internazionale hanno espresso solidarietà con le zone e le persone più colpite. Nelle scorse settimane, diverse fuoriuscite di petrolio hanno infatti causato enormi danni ambientali in tutto il mondo, dando il la all’azione internazionale.
50.000 litri di petrolio greggio in Thailandia, 2.000.000 di litri in Ecuador
Chevron (USA), per esempio, è responsabile della fuoriuscita di circa 50.000 litri in Thailandia la scorsa settimana. Solo pochi giorni dopo, quasi due milioni di litri si sono riversati in Ecuador, causando danni devastanti agli ecosistemi amazzonici, per la seconda volta in soli due anni. Le comunità colpite e gli attivisti hanno chiesto al mondo di unirsi alla loro lotta per gli oceani, i mari e la giustizia globale sotto l'hashtag #oceanazo. All'appello hanno risposto, tra gli altri, migliaia di persone sulle coste dell'Argentina e del Sudafrica.
Oltre 20 spiagge peruviane colpite dalla marea nera
Nel solo Perù, più di 20 spiagge sono attualmente colpite da una catastrofica marea nera causata dalla multinazionale europea Repsol il 15 gennaio 2022. La fauna, la flora e gli ecosistemi marini sono stati distrutti, e diverse specie in pericolo sono state portate sull'orlo dell'estinzione; non da ultimo, sono stati messi a rischio la salute e i mezzi di sussistenza di migliaia di persone. L'azienda si rifiuta di assumersi le sue responsabilità di fronte all’urgenza di risanare le zone colpite.
"Tra il 1997 e il 2021, sono state registrate 1002 fuoriuscite di petrolio sulla costa peruviana e in Amazzonia".
I disastri ambientali non sono rari in Perù
"Purtroppo, questi disastri ambientali sono frequenti in Perù. Tra il 1997 e il 2021, sono state registrate 1002 fuoriuscite di petrolio sulla costa peruviana e in Amazzonia. Le compagnie operative sono responsabili del 70% dei casi. Solo il 3,49% delle fuoriuscite sono dovute a cause naturali", spiega Michèle Stebler. L'assistente sociale sostiene da diversi anni la rete ambientale MOCICCC con il suo incarico con Comundo e rafforza così, tra le altre cose, la consapevolezza ambientale della popolazione peruviana.
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Doppio gioco delle compagnie petrolifere
A causa dell'attuale inquinamento ambientale, attiviste e attivisti di tutto il mondo hanno reagito per impedire alle aziende di inquinare ulteriormente gli oceani nel Sud globale, devastando gli ecosistemi marini e distruggendo i mezzi di sussistenza di milioni di persone. Allo stesso tempo, le imprese del Nord globale si impegnano ad apparire rispettose dell’ambiente per assicurarsi i loro profitti.
Con la sua azione, il MOCICC si inserisce in questo movimento di protesta mondiale, attirando l'attenzione sulla devastante situazione in Perù. Le proteste hanno anche lo scopo di aumentare la pressione sulla compagnia petrolifera internazionale Repsol e sul governo peruviano; essi sono chiamati ad assumersi le proprie responsabilità e assicurare un ripensamento dell'estrazione delle materie prime e dell'uso dell'energia in futuro.
Le organizzazioni che hanno partecipato all'azione.
Foto: Marlon Flores, Elena Clénin (cooperante di Comundo), Michèle Stebler
Testo: Michèle Stebler
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La nostra organizzazione partner Defensoría de los pueblos a Puno, Perù, ha bisogno di sostegno per monitorare la situazione ambientale in zone sfruttate dalle aziende minerarie e meglio proteggere la salute delle popolazioni locali.